da | Dic 16, 2019 | LuxuryZine | 0 commenti

Il Margutta RistorArte apre nel 1979, grazie all’iniziativa di Claudio Vannini che fonda il primo circolo di cultura vegetariana di Roma. L’intenzione è fin da subito quella di promuovere e diffondere la cultura di un cibo che sia insieme gustoso, sano ed eco-sostenibile, nel solco della grande tradizione gastronomica italiana e mediterranea.

Il successo è immediato e Il Margutta diventa rapidamente il punto di riferimento di molti personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo, della moda e del design, nonché dei molti curiosi attirati da uno stile di alimentazione ancora poco conosciuto.

Pochi anni dopo l’apertura, Tina Vannini ne espande il concept e rende la proposta de Il Margutta accessibile a tutti, grazie a piatti gourmet con un appeal così forte da avvicinare anche gli scettici allo stile di alimentazione green.

Il Margutta vegetarian food & art è quindi oggi un’istituzione nel panorama eno-gastronomico europeo, che ha percorso trasversalmente tutte le grandi rivoluzioni vissute dalla cultura alimentare in questi anni.

Ho conosciuto Tina diversi anni fa quando mi occupavo di arte contemporanea. Già dal primo momento ci fu un grande feeling. Allestì un buffet strepitoso, con veli colorati, finger food e scatoline regalo contenenti mandorle e frutta secca. Tutti mi chiesero informazioni su chi aveva organizzato il catering. Fu un successo.

Tina è un’amante dell’arte e infatti anche il suo ristorante è una galleria d’arte in cui si possono trovare mostre molto belle e off the records di artisti contemporanei. E non promuove solo le arti visive, al Margutta ci sono periodicamente iniziative legate al teatro, al jazz e al green.

I piatti sono bellissimi, con ingredienti ricercati con cura tra i coltivatori più virtuosi nel rispetto dell’ambiente e dei prodotti. 

Anche ora che sono nel settore immobiliare la nostra collaborazione è continuata. Nella prima edizione di Bricks and the city durante la rubrica Rendering volevo parlare di cucina, sia da un punto di vista architettonico che da un punto di vista del gusto e del cibo.

Ho quindi invitato Tina come ospite a portare la sua esperienza e le sue idee. E’ stato molto divertente. Puoi vedere qui la puntata.

Tina e Claudio sono una fucina continua di idee e da qualche tempo hanno trasformato il loro menu cartaceo in un vero e proprio magazine. Sono felice e grata perché nell’edizione autunno-inverno 2019 mi hanno dedicato una pagina per promuovere la mia attività. 

Cara Tina, ti ringrazio molto e spero che molti miei amici ti vengano a trovare.

Articoli correlati:

L’architettura in cucina – Bricks and the city

A scuola da Pipero per un servizio di lusso