da | Mar 26, 2020 | Persone, TV | 0 commenti

Psichiatria di una pandemia

Il Prof. Giuseppe Magnarapa è un neuropsichiatra che ci aiuta a capire cosa sta succedendo nelle nostre menti in questo periodo traumatico e soprattutto a capire cosa accadrà dopo a livello psicologico.

Professore qual è l’aspetto psicologico di questa pandemia?

E’ un aspetto legato alla psicologia di massa, cioè la percezione globale diffusa di un qualcosa che sta succedendo all’esterno di noi e che possiamo solo subire e non possiamo contrastare. La maggior pare di noi non conosceva questo stato, visto che per ricordare mobilitazioni simili dobbiamo risalire al tempo di guerra. Allora però, il nemico era visibile e percepibile mentre adesso è invisibile. E’ una proiezione simbolica molto efficace delle paure che generalmente sono introiettate, cioè tenute dentro di noi. In questo caso, invece, le paure sono proiettate all’esterno sotto forma di questo virus che è simbolo di una minaccia incombente. Tutto questo si ripercuote intensamente nella psicologia di massa, siamo uniti da un nemico invisibile ma reale. 

Mentre le ossessioni abituali sono nemici invisibili ma non reali perché introiettati e frutto di esperienze individuali, oggi siamo tutti coinvolti allo stesso modo al di là delle esperienze individuali.

Guarda la video intervista.

L’articolo continua dopo il video.

Cosa succederà dopo la pandemia, riusciremo a superare la paura di uscire, di abbracciarci e di radunarci?

La situazione attuale apparentemente potrebbe assomigliare a una pandemia di ossessioni come in un film di fantascienza. Possiamo razionalizzare la paura, cioè riconoscere che il nemico è reale visto che non lo abbiamo inventato noi. Il nemico esiste al di fuori di noi e deve essere tenuto a distanza. Questo induce in comportamenti che sarebbero considerati patologici ma che diventano coerenti in una situazione in cui c’è un nemico invisibile in agguato ovunque. Il dopo sarà paragonabile al dopo guerra, ci sarà una ripresa economica, una ripresa individuale, qualcuno ricomincerà a fare i conti con se stesso alla luce di quello che è successo, ma aspettiamo a capire come si evolveranno le cose.

Professore lei sa che sono un’agente immobiliare e mi interessa molto la psicologia dell’abitare. Oggi siamo tutti forzatamente a casa qual è l’aspetto psicologico di questa permanenza coatta?

La casa è una proiezione dell’io e si struttura su misura del soggetto che la abita. E’ l’estremo rifugio ma in alcuni casi si può trasformare in una prigione. Questo carattere ambivalente si rispecchia in modo ancora più intenso in quello che sta accadendo. In casa maturano tutte le condotte legate all’affettività che intercorre tra i componenti della famiglia. Ci si può aspettare una accentuazione delle difficoltà relazionali laddove queste già esistano ma ci si può aspettare anche un miglioramento delle qualità di relazione laddove siano collegate a un rapporto sicuro e consolidato.

La casa è come se cominciasse a rappresentare un concentrato di tutto il meglio e di tutto il peggio di ciò che può succedere all’interno della famiglia, elemento costitutivo della società.

Grazie Professore.