
Perché questa crisi è diversa dalle altre.
Intervista a Salvatore Cataldo.
Salvatore Cataldo è un economista che collabora con diversi gruppi bancari ed è esperto del settore immobiliare. Gli ho fatto qualche domanda per capire la natura della attuale crisi.
Da un punto di vista economico questa crisi è come le altre o ha elementi diversi?
L’ultima crisi del 2008 era finanziaria e si trasformò immediatamente in crisi economica. La crisi che viviamo oggi invece non è finanziaria ma è indotta dal virus, per questo non c’è ragione di credere che ci sia una crisi anche di liquidità.
Non sappiamo ancora quantificare il danno economico né sappiamo quando si verificherà. Non lo sa nessuno perché tutto dipende dalle misure che metteremo in campo da qui al prossimo mese. Il momento di agire è adesso.
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L’Europa come può aiutare?
Nel Trattato di Maastrcht si è deciso che nell’Unione Europea quando uno stato è in difficoltà deve intervenire lui stesso. Poi, se non ce la fa, può intervenire l’unione monetaria europea. Il problema è che il Mes, il meccanismo che deve aiutare a superare la crisi e mettere in campo strumenti come i corona bond, ha un costo. Gli euro bond, come preferisco chiamarli io, ci permetterebbero di raccogliere la liquidità da distribuire agli stati che poi a loro volta potrebbero riversarla alle imprese, alle famiglie e ai cittadini.
Però azionare il Mes ha un costo previsto. Ad esempio, l’unione monetaria europea prevede misure come la cassa-integrazione o la diminuzione delle spese in sanità che noi non acconsentiamo ad applicare. Gli stati del nord Europa non vogliono condividere i debiti mentre l’Italia, la Francia e la Spagna pensano che sia questo il momento in cui l’Europa deve intervenire.
Qualora l’Europa non agisse evidentemente lo deve fare l’Italia. E lo deve fare subito per evitare che in zone più deboli si accendano polveriere, come sta capitando al Sud.
Qual è il ruolo delle banche?
In questo momento serve liquidità. Che vengano dallo stato o dal privato – che decide di intervenire anche solo nelle sue aziende – i soldi da qualche parte vanno trovati. Solo le banche possono dare questo denaro. Con prestiti a tassi molto bassi e con 30/40 anni a disposizione per restituire il prestito un privato può indebitarsi per rifinanziare la sua azienda. Questa liquidità può venire solo dalle banche quindi il loro ruolo è fondamentale.
L’Italia ha le risorse per superare questa crisi? Spesso si dice che la finanza pubblica è debole ma il privato è solido.
L’Italia è tra i paesi che hanno meno indebitamento privato. Siamo in grado di resistere perché abbiamo più crediti che debiti. L’innalzamento dei tassi di interesse fa paura agli altri paesi perché sono molto indebitati, a noi no. Noi siamo per il 95% composti da piccole e medie imprese e abbiamo la capacità di riconvertire la produzione velocemente. Mentre in altri paesi la grande impresa fa più fatica a riconvertire macchinari e produzione.
La crisi attuale, però, colpisce proprio le piccole e medie imprese e non bisogna far mancare loro “l’acqua”, cioè reddito e soldi prontamente disponibili. Parliamo di decine se non centinaia di miliardi immediatamente spendibili. Non possiamo aspettare che falliscano. Dobbiamo decidere subito, non si può aspettare.
E nel settore immobiliare cosa accadrà?
Prima dell’emergenza sanitaria il settore immobiliare si stava riprendendo perchè con i mutui a tassi bassi aumentavano le compravendite. Ma per avere i mutui bisogna avere un reddito altrimenti la banca non li concede. In questo momento stanno venendo meno i redditi e diventa quindi minore la capacità di acquisto. Pertanto, è importante sostenere i redditi. Se verranno sostenuti la crescita continuerà.
Il settore immobiliare in questi momenti di crisi diventa un bene rifugio ma solo se c’è il reddito.
Quando hai paura che il mondo crolli non investi. Dobbiamo recuperare la fiducia nel futuro. Questo dipende dalla capacità di reazione che avremo, dobbiamo superare gli egoismi e impiegare le menti migliori.
Dobbiamo costruire il nostro futuro.
Grazie Salvatore.
Credits: questa foto è stata scattata nel 2018 da Alessandro Bracci, location Caffetteria Rosati.
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